Il riassunto di un 2022 pieno di concerti, workshop, nuove canzoni, tour, città, emozioni, persone ed esperienze indimenticabili, tutto raccontato dalle stesse componenti del Gen Verde.
L’inizio di quest’anno è stato segnato dal nuovo brano “We Choose Peace”, che è stato inciso proprio mentre iniziava il conflitto in Ucraina, dando così un valore ancora più profondo alle parole della canzone. Il videoclip di questo brano, registrato insieme ai giovani della cittadella di Loppiano e lanciato durante la Settimana Mondo Unito, ha risuonato poi molto forte durante tutto il 2022 e, in particolare, durante il Tour Europeo che la band ha realizzato in Germania, Polonia, Slovacchia e Repubblica Ceca, dove hanno partecipato giovani di questi Paesi, insieme ad alcuni giovani dell’Ucraina e dell’Italia.
“Cantare We Choose Peace insieme a giovani di vari paesi d’Europa, tra i quali anche ucraini, è stato molto emozionante”, confida Alessandra Pasquali (cantante e attrice, Italia) e Marita Álvarez (cantante, Argentina) afferma: “Cantare insieme questo grido coraggioso per la pace, mi ha fatto vivere una fortissima emozione. Solo pensare che per loro la guerra è un rischio vicino e concreto mi ha fatto ridimensionare il mio impegno a costruire la pace concretamente con le persone che ho attorno, nel mio presente”.
Un altro brano uscito durante il 2022 è stato “Walk On Holy Ground”, scritto in particolare per i seguaci di San Vincenzo de’ Paoli, ma anche per tutti quelli che si sentono chiamati a seguire Gesù. “Incidere questa canzone è stato un momento decisivo per me. L’ho sentito come un brano fatto per me, in quel momento, in cui sentivo di non essere adatta, forse limitata, per continuare a dire a tutti che l’unità è possibile… Sentirmi guardata ed amata da Colui che mi ha chiamata e scelta così come sono, mi ha dato la forza e la gioia di continuare con ancora più convinzione”, confida Andreína Rivera (cantante, Venezuela). Invece, Annalisa Garnero (violinista, Italia) ricorda il momento in cui hanno suonato per la prima volta questo brano alla messa dell’Assemblea generale della Famiglia Vincenziana, a Roma: “È stato un momento particolarmente sacro, di colloquio profondo con Dio, personale e comunitario”.
Tornare ai concerti dopo la pandemia
“È stato un anno così speciale; difficile da riassumere!”, esprime Sally McAllister (manager, Irlanda), “in ogni luogo abbiamo trovato una famiglia, magari una che conosciamo da anni o altre con le quali dopo qualche giorno abbiamo creato legami che dureranno per sempre, perché costruiti in Dio, senza togliere un particolare carico di affetto e di gioia!”. Marie Kudo (luci, Canada) fa notare anche che “attraverso le persone che abbiamo conosciuto, abbiamo toccato con mano tante diverse realtà come immigrazione, carcere, sfide post-covid, guerra… Ci ha fatto vivere una valanga di emozioni”.
“Pensando all’Italia”, continua Sally, “mi vengono subito in mente i volti di quelli che oggi sono la nostra famiglia a Cariati, Corigliano, Vigevano, Conselice, Novoli, Castellammare di Stabia, Ravarino, Casagiove, Sardegna, Bologna, Imola, Rieti… e c’è un posto speciale nel cuore per gli organizzatori e ragazzi di Bormio, Sardegna e Tricase! Ormai non sono solo città italiane ma è dove vive Fabio, Luciano, Giorgio, Antonella, Moira…”.
Poi, non si può tralasciare il tour europeo. “Prima con la nostra famiglia Luterana di Stadthagen (Germania) con la quale sentiamo che la fede in Gesù e nel vangelo ci lega talmente tanto che nessuno ci separerà mai più!”, dice Sally McAllister, “ma anche l’esperienza vissuta insieme nel carcere femminile a Vechta… speriamo presto di tornare a trovare le nostre sorelle lì… le abbiamo conosciute per due ore, ma chi dimenticherà i loro sguardi!?”.
Bisogna dire, infatti, che il concerto nel carcere è rimasto stampato nel cuore del Gen Verde. Si capisce bene anche perché varie delle componenti lo sottolineano. “Non ho mai sentito un legame così forte con il pubblico come è successo guardando negli occhi queste donne. Un’unione che si è creata subito: per me è stato molto emozionante e nuovo”, dice Nancy Uelmen (cantante e compositrice, Stati Uniti) e Anita Mussin (ballerina, Argentina) aggiunge: “Incontrarle mi ha fatto apprezzare ancor di più la mia libertà perché mi sono chiesta: e se fossi io una di loro”.
“E, infatti di questo tour e dell’anno è difficile scegliere il momento più speciale, però se proprio devo, credo che siano i giorni che abbiamo passato nella “Fazenda da Esperança” (comunità di recupero da diversi tipi di dipendenze e presente in varie città del mondo) in una città in Germania. Vivere ogni giorno accanto alle ragazze che ci vivono, mi ha ridonato tanta speranza e coraggio di superare i miei propri limiti, ma soprattutto di ricredere che non il male ma il Bene avrà l’ultima parola”, aggiunge Christina Wang (batterista, Malesia).
“Poi”, ricorda ancora Sally, “a Schwerte e Cracovia abbiamo lavorato con persone che hanno un grande ideale nel cuore – il team della Kommende Dortmund, i giovani della Katholische Akademie e quelli di socioMovens! Scambi profondi che mi fanno pensare che chi dice che i giovani di oggi non hanno un grande cuore e anima si sbaglia di grosso, perché noi li abbiamo incontrati e sono meravigliosi… abbiamo fatto un’esperienza forte dove abbiamo visto che questi ragazzi vivaci e giocosi hanno esigenze grandi – cercano Dio e non si accontentano di meno. Hanno bisogno di modelli credibili e non si può deluderli – quindi ci fanno costantemente mettere in gioco al 100%!”.
Start Now Workshop Project
Ci vuole un capitolo a sé per esprimere quanto è stato importante il ritorno ai tour. Non solo perché, certo, una band ha bisogno di fare concerti per sopravvivere, è parte del DNA. Ma la parte più bella di tutte è stata tornare a fare lo Start Now Workshop Project, cioè ritrovare i giovani nei laboratori artistici e salire sul palco insieme a loro.
“In particolare, è stato forte trovare i giovani da diverse parti d’Europa con tanta sete e voglia di rischiare, ancora oggi, per ideali grandi. Lavorando con loro, conoscendoli, ho capito che per loro non erano solo parole… vedere che donando le nostre esperienze tanta luce riaffiora negli occhi e mi conferma che vale la pena vivere per la fratellanza universale”, confida Raiveth Banfield (cantante, Panama).
“Essendo arrivata quest’anno, ho sperimentato quasi tutto per la prima volta”, spiega Chrispine Kihembo (percussionista, Uganda) “e fare questi workshop insieme ai giovani mi ha dato una forza interiore per provare a realizzare il mondo unito attraverso la musica e prendere le sfide come un’opportunità per crescere e imparare cose nuove”. Invece Beatrice An (cantante, Corea) che, anche se fa questo lavoro da vari anni, ha riscoperto ancora il suo valore: “Forse il dopo-pandemia mi ha fatto scoprire di più la potenza che c’è nei ragazzi, ma anche in me. Anche io ho bisogno del loro coraggio, della loro voglia di vivere e creare”. E, a proposito della pandemia, Adriana Garcia (bassista, Messico) aggiunge quanto sia notevole “l’impatto della pandemia sulla salute mentale delle persone, specie dei giovani: è devastante. E questo ci fa sentire che il nostro lavoro e il nostro impegno è importante più che mai”.
“Sempre di più siamo consapevoli di quanto le discipline artistiche siano un mezzo potente per formare giovani e adulti alla conoscenza di sé per favorire il dialogo con tutti: da sempre più agenzie formative arriva la richiesta di studiare la nostra esperienza e diffonderla il più possibile”, puntualizza Alessandra.
Un anno pieno di occasioni per trasmettere il messaggio che il Gen Verde vuole fare arrivare a tutti: vale la pena spendere la vita per qualcosa di grande. Una missione che trova tanti occhi che desiderano di vedere di più e di orecchie pronte ad ascoltare. Infatti, Annalisa ricorda particolarmente una delle serate in Slovacchia, dove la band ha trovato molti giovani per parlare di “vocazione” all’interno di uno Start Now, come “una serata bella, profonda, interessante, in cui abbiamo conosciuto tanti giovani assetati di Dio e di cose grandi”.
Siete pronti per il 2023?
È vero che il 2022 non è ancora finito, anzi, mancano varie settimane, compreso il Natale, che è uno dei momenti più importanti dell’anno. Comunque, va detto che al Gen Verde si comincia a intravedere un 2023 pieno di sorprese e novità. Arriverà il momento di scoprirle… ma, per adesso, bisogna aspettare e augurare a tutti un buon anno nuovo!